Atalanta- Verona, rivalità antica e grande tifo
Il calendario di Serie A, quest’anno, offre tanti incroci interessanti sugli spalti dopo anni di un certo anonimato, soprattutto se paragonato ad una Serie B che da varie stagioni, complici tifoserie del Sud in gran forma come Foggia e Lecce faceva faville. Tra tutti, per la Serie A 2019, sicuramente Atalanta – Verona.
Una rivalità antica e ben radicata, in passato non priva di spunti politici, oggi forse in secondo piano, ma ne è passata di acqua sotto i ponti.
Gli Atalanta – Verona di oggi sono sicuramente una versione edulcorata di quelli del passato. E non è una critica: non può essere altrimenti col progredire del cosiddetto calcio moderno sempre più focalizzato sul business e sempre meno attento al tifoso e parallelamente ad una repressione draconiana del fenomeno Ultras, il cui fine ultimo sembra davvero quello di rimuovere lo spettacolo delle Curve – si veda il tristissimo non – derby tra Brescia e Atalanta della settimana scorsa.
Ci sono anche cambiamenti logistici e architettonici importanti risopetto al passato: per quanto bella e funzionale, non possiamo non sottolineare come la nuova modernissima Curva Nord del Gewiss Stadium stoni, e non poco, con l’animo “pane e salame” della tifoseria Bergamasca.
Una realtà, quella della società nerazzurra, che è comunque da prendere ad esempio, nostalgia o meno. L’unità d’intenti tra la dirigenza Percassi e la Curva sembra pressochè totale, fondata su un rispetto reciproco raro nel resto d’Italia (per colpe sia delle Curve che dei presidenti). Qui nessuno ha pensato di rimuovere gli Ultras dal progetto di una società che si sta modernizzando, a differenza di quanto accaduto a Torino, dove invece il modello dello “stadio – teatro” è sempre stato l’obiettivo finale della società bianconera,con risultati che imbarazzano gli stessi tifosi bianconeri non ultras.
A Bergamo invece Tribune e Curve respirano lo stesso calcio, gli stessi ideali. Come accaduto dopo i fatti del 27 Febbraio in seguito a Fiorentina – Atalanta, quando la Polizia di fatto attaccò i pullman degli Ultras Atalantini , anche in quest’occasione la Tribuna applaude i cori della Nord contro i Carabinieri. Scena non edificante, per carità, ma se questi cori fanno tremare, per la loro potenza, una curva da 9000 persone e riscontrano pure l’applauso del tifo moderato, beh, vuol dire che più di qualcosa non va nel rapporto tra Tifosi e Autorità. Non si tratta di migliaia di criminali, ci sono dei motivi che agitano il malcontento contro le Forze dell’ordine, motivi ben fondati che chiunque segua il mondo Ultras conosce alla perfezione.
Passando alla cronaca della giornata, arrivo a Bergamo due ore prima dell’inizio e mi imbatto nel corteo di pullman Veronesi (6/7), ben scortato, che giunge allo stadio. Non si respira una grande tensione, ma sui pullman si notano i “Butei” in piedi, all’erta nel caso qualcuno voglia fare loro visita. Ma anche e soprattutto in questo sono cambiati i tempi, difficile che succeda qualcosa con una simile presenza di Polizia e Carabinieri, aiutati anche da un elicottero.
Facendo un giro intorno allo stadio noto sempre con piacere le tantissime scritte che marcano il territorio da parte degli Ultras orobici: messaggi anti tessera, d’amore per Bergamo e la squadra, sostegno ai diffidati. Anche un emblematico “Unica politica: l’Atalanta” a sottolineare l’apoliticità della Nord da un decennio a questa parte. Questo è uno dei templi del tifo Italiano.
Entro allo stadio e trovo già un bel nucleo di supporters nerazzurri nella nuova Curva Nord, mentre solo qualche Veronese nel settore ospiti. Lentamente lo stadio si riempie fino al tutto esaurito.
I Bergamaschi hanno annunciato uno sciopero del tifo di 10 min in seguito alla forte ondata repressiva degli ultimi tempi, culminata nelle diffide ai ragazzi manganellati dalla polizia sui pullman il 27 Febbraio scorso.
Sono quindi gli ospiti ad aprire le danze, prima con un tiepido “forza gialloblù” e poi con un molto più aggressivo “Atalanta vaffanculo” ripetuto due volte. Bergamaschi che, per via del passato ricordato a inizio articolo, si guadagnano anche l’epiteto di “Rossi di merda”, che i Veronesi affibbiano a molte tifoserie in giro per l’Italia, anche quelle non più di sinistra.
La Tribuna si infiamma, intorno a me più persone dicono “bisogna rispondere”, soffrono il silenzio della Nord di fronte agli insulti. Ma gli Ultras di casa non resistono al richiamo e parte un colossale “Veronese sei un figlio di puttana” seguito da un altro coro d’insulto. La Tribuna apprezza. I Veronesi ripetono il “Veronese sei un figlio di…” auto-insultandosi, altro loro tratto distintivo. Benvenuti ad Atalanta – Verona.
I primi 10 minuti sono dunque un monologo ospite, si sentono forte e chiaro, sono tanti e compatti, il tifo è quello tipico dei gialloblu, cori cantilenati, “all’inglese”, pochi battimani, zero tamburo. Non dimostrano una grande sensibilità al tema della repressione quando, mentre la Nord espone lo striscione in foto, punzecchiano ancora con un altro “vaffa”. Nessuna solidarietà da parte Veronese, ma anche in questo caso non è una critica, ma un dato di fatto.
Si potrebbe scrivere molto sull’originalità di una tifoseria che in pratica rifiuta il termine “Ultras”, e non partecipa alle battaglie del movimento, ponendosi da sempre su posizioni diverse, dalla tessera alla repressione. Non che non siano colpiti da quest’ultima, anzi i “Butei” sono sempre in prima linea, pagando le loro idee e i loro atteggiamenti fuori dagli schemi in modo spesso pesante, con forti reazioni da parte delle Autorità. Ma difficilmente la Sud veronese solidarizza con tifoserie rivali, preferendo, appunto, punzecchiare, istigare o affidarsi all’inimitabile goliardia.
Al decimo minuto ecco i cori anti – carabinieri sopra citati da parte della Nord, poi cori per i diffidati e ancora insulti per Verona. La Curva Pisani parte forte, i cori del primo tempo sono tenuti a lungo e con intensità, anche con l’Hellas in vantaggio. Canta in pratica tutta la curva, c’è movimento ed eccitazione. Quando alzano tutti le mani l’effetto è incredibile, la capacità di coinvolgimento degli Ultras Bergamaschi è sempre invidiabile. Ovviamente i Veronesi si sentono meno, ma a tratti si fanno notare per dei bei picchi nonostante il frastuono dei nerazzurri.
Nel secondo tempo gli ospiti partono ancora forte, in particolare si fanno sentire con forza dopo il gol del 1-2, che zittisce gli Atalantini solo per qualche secondo. Anche perchè di lì a poco il VAR assegna un rigore ai nerazzurri, trasformato da Muriel, e da quel momento la Nord ribollirà di cori, torce e passione, in un crescendo di tifo.
Di conseguenza i Veronesi passano nuovamente in secondo piano in termini di decibel, ma lo sforzo c’è tutto, soprattutto con qualche coro a rispondere come “Siamo l’armata del Verona”. Bella la loro fede nella squadra, con il coro “Non vi lasceremo mai soli” lanciato proprio mentre Muriel si appresta a battere il rigore del 2-2, ma bisogna dire che il 3-2 al novantesimo taglia loro le gambe, e non può essere altrimenti. Nel finale propongono anche una lunga sciarpata.
Dall’altra parte la Nord è in estasi, tutti cantano e saltano, la Tribuna accompagna volentieri. Anche i cori atalantini hanno una loro originalità, spesso sono lunghi e su ritmi non comuni, accompagnati dall’immancabile tamburo. Con lo spettacolo Atalantino si giunge quindi alla fine del match.
Passerella di rito sotto le due Curve (da non dimenticare i Forever Atalanta, attori di un tifo costante) da parte dei giocatori della Dea, ma il tifo non finisce qui. La Nord, o almeno i 500/600 Ultras rimasti, continuano lo show con “Alza in alto le mani e poi falle girar”, un coro molto bello e coreografico. I Forever Atalanta “ballano” a ritmo del tamburo, ispirati dalla bella vittoria.
I Veronesi cantano “come i teroni” e “cosa cantate, non si capisce”.
Quando me ne vado, consapevole anche che gli zelanti steward non mi farebbero stare ancora a lungo nel settore, le tifoserie sono ancora schierate, ma ormai hanno tolto gli striscioni: anche la partita del tifo è finita.
E’ stato bello assistere a una sfida storica del panorama Ultras Italiano, con due tifoserie che fanno parte del nostro fiore all’occhiello, anche se ben diverse tra loro nei rispettivi stili e mentalità.
L’incapacità di trovare un punto in comune in queste forti differenze è sicuramente un punto debole che ci rende più vulnerabili alla repressione, combattendo tra noi mentre a Napoli la gente viene daspata perchè cambia posto o sta in piedi, in pratica daspata perchè tifa. Ma giornate come queste, stadi in cui ancora si può tifare, danno speranza.
Lunga vita agli Ultras
Pietro/Tuttocurve