Calcio, tifosi e codice etico
Il calcio è dei tifosi e tra poco più di due settimane riparte con la nuova stagione. I temi principali sulla stampa vertono sempre sul mercato, i fallimenti e le mancate iscrizioni di società decotte, le amichevoli estive e i diritti TV, pochissima attenzione invece per una pericolosa novità come il CODICE ETICO DEL TIFOSO, ovvero lo strumento che permetterà alle società di selezionare i tifosi in maniera del tutto discrezionale, arbitraria e privatistica, senza nessuna tutela per chi lo subisce. Una novità che secondo molti riveste caratteri di palese incostituzionalità.
Sottoscritto tra governo e società nell’agosto 2017 nella distrazione generalizzata di media e spesso delle tifoserie e con piena applicazione a regime per la stagione che sta iniziando, il codice etico permetterà alle società di inibire l’accesso allo stadio a tifosi che secondo loro si siano macchiati di comportamenti non graditi , anche se in possesso di regolare biglietto o abbonamento. Attenzione, il “comportamento non gradito” viene a concretizzarsi anche lontano dalla partita, dalla curva e dagli stadi. Il testo dell’accordo sottoscritto prevede infatti che i comportamenti sanzionabili siano anche quelli tenuti in settimana durate gli allenamenti, in occasioni ufficiali di ritrovo o addirittura sui social network e in generale in rete (forum , blog, etc) se verranno usate espressioni ingiuriose nei confronti di un tesserato o degli avversari.
“Le società sportive organizzeranno le proprie ticketing policies riservandosi l’opzione di condizionare l’acquisto del titolo di ammissione alla competizione (biglietti, abbonamenti) o la sottoscrizione di carte di fidelizzazione ad un’accettazione tacita di un codice etico predeterminato. La violazione di questo deve comportare, quale meccanismo di autotutela, la sospensione o il ritiro del gradimento della persona da parte della medesima società per una o più partite successive“.
Si tratta quindi della nascita di un nuovo tipo di Daspo, che se già in precedenza veniva distribuito a pioggia e spesso ad personam, senza l’avvallo di un giudice terzo, ma solo dopo richiesta del Questore, ora addirittura può arrivare dalla società stessa, senza alcuna necessità di prove, dibattimento, contraddittorio o tutele di chi si vede sanzionato.
Di seguito alcuni link a pagine societarie riportanti le nuove disposizioni in vigore
Contro questa stortura si sono mossi i soliti bergamaschi della Curva Nord, in collaborazione con UTC Doria e Brescia 1911 con la redazione di un documento che riportiamo di seguito, presentato poi all’Onorevole Vito Crimi già in passato interlocutore attento.
PROPOSTE PER UNA CORRETTA GESTIONE DELLA QUESTIONE STADI
PREMESSA:
La creazione del “Protocollo d’intesa “sulla fruizione degli stadi” siglato in data 4/08/2017 (da parte, tra gli altri, del Ministero dell’Interno, del Ministero dello Sport, della FIGC e delle LEGHE CALCIO), seppur prevedendo la parziale riapertura delle trasferte a chi non possiede la Tessera del Tifoso e la relativa possibilità di sottoscrivere gli abbonamenti casalinghi slegandoli da tessere di fidelizzazione, presenta numerose criticità.
Infatti, se da un lato non risolve problemi annosi come l’abuso dello strumento denominato DASPO, dall’altro aumenta la discrezionalità con cui nuovi soggetti (le società calcistiche) possono decidere di allontanare persone “sgradite” dagli impianti sportivi.
Di seguito proveremo a fornire degli spunti volti alla risoluzione di alcune delle suddette criticità:
1. TRASFORMAZIONE DEL DASPO:
Com’è ormai noto, il Daspo è uno strumento con la quale il Questore decide di allontanare un soggetto dalle manifestazioni sportive, per uno o più anni, perché si presume responsabile di condotte illecite.
Dal lontano 1989 abbiamo visto come a seguito di Daspo i procedimenti penali che hanno coinvolto i soggetti destinatari di questa misura si siano risolti per almeno il 50% dei casi (dati forniti dai migliori penalisti specializzati in reati da stadio) con un nulla di fatto.
Questo perché il Questore non è un giudice imparziale che decide dopo aver analizzato gli eventuali elementi a carico dell’imputato, al contrario, assume decisioni arbitrarie dove prevalgono chiari fini di controllo e di ostacolo a realtà come ad esempio il tifo organizzato. Esempio lampante sono i daspo di gruppo o gli arresti differiti, poi estesi alle manifestazioni pubbliche.
Chiediamo quindi che il Daspo venga emesso da un giudice, che dopo una attenta e imparziale analisi delle imputazioni a carico delle persone coinvolte ne decida la pena, anche attraverso l’allontanamento dagli stadi.
2. CANCELLAZIONE DEL SISTEMA DEL GRADIMENTO:
La criticità maggiore che emerge dal Protocollo d’intesa è relativa al codice di gradimento, vale a dire un sistema di regole “di natura privatistica” con la quale ciascuna società “con ampio margine di discrezionalità” decide le regole alla quale subordinare i propri tifosi; che di fatti in caso di comportamenti ritenuti non conformi al suddetto codice possono vedersi ritirato, per periodi che variano in base all’entità della violazione (anche per sempre), il proprio biglietto o l’abbonamento (o la possibilità di farne nuovi).
Tali comportamenti “non conformi” possono spaziare dal non aver occupato il posto assegnato sul biglietto (cancellando così la natura popolare di determinati settori dello stadio), agli sfottò nei confronti della squadra o della tifoseria avversaria, passando per contestazioni verbali a quel giocatore/ alla società. E’ prevista anche la possibilità di punire l’uso “improprio” dei social network o attingere dallo stesso per selezionare immagini che “inchiodino” il tifoso in merito alle sue presunte violazioni.
Uno scenario preoccupante che si presta ancor più del DASPO ad un uso improprio, con società che in caso di frizione con parte della propria tifoseria possono pretestuosamente buttarti fuori dallo stadio, senza peraltro un reale diritto di replica.
Il sistema dei ricorsi prevede infatti la possibilità di contestare la decisione presentando una memoria difensiva, la quale sarà FORSE valutata dalla società stessa, vale a dire lo stesso soggetto che contesta la violazione. Diciamo forse perché dal momento in cui viene presentato il ricorso, la società sportiva ha un lasso di tempo nella quale può rispondere, 20 giorni, se non lo fa il riscorso è da considerarsi respinto (articolo 8).
Chiediamo quindi che il codice di gradimento venga cancellato, esiste già il Regolamento d’uso dell’impianto sportivo, che in caso di violazione prevede sanzioni da parte della Pubblica Autorità (rimandiamo al punto 1.).
Non è ammissibile che allo stadio vengano meno le basilari regole di uno Stato di Diritto a favore di una sempre maggior discrezionalità nelle procedure da applicare, indirizzate sempre meno a valori e contesti sportivi e sempre più a fattori di convenienza economica.
3. OBBLIGO DA PARTE DELLE SOCIETA’ CALCISTICHE DI GARANTIRE LA LIBERA SCELTA IN MATERIA DI ABBONAMENTI
Come scritto nello stesso Protocollo d’intesa alla pag. 5:
“in previsione dell’entrata a regime del sistema nella stagione 2018/1019 le società dovranno operare verso “……” l’acquisto libero dell’abbonamento, non più collegato al rilascio della carta di fidelizzazione.
Ad oggi circa 14 società di Serie A non forniranno l’opportunità ai propri tifosi di scegliere tra abbonamento fidelizzato e abbonamento libero, costringendo chi si vuole abbonare ad aderire alla prima tipologia. La situazione non è chiara perché molte società si trincerano dietro alla facoltà di quale ticket policy seguire. Chiediamo di imporre come da protocollo (come ci risulta esser stato fatto per il codice di gradimento) l’obbligatorietà da parte delle società calcistiche di fornire la suddetta scelta.
4. ABOLIZIONE DELLE RICHIESTE D’AUTORIZZAZIONE PER GLI STRUMENTI DEL TIFO e FACILITAZIONI PER LE TRASFERTE
È sotto gli occhi di tutti come in quest’ultima stagione dopo, la seppur parziale, riapertura delle trasferte il pubblico abbia ricominciato a riempire gli stadi. Questo però non può essere certo un punto d’arrivo perché oltre alla questione primaria della riapertura totale delle trasferte (a maggior ragione dopo che il protocollo ha definito superata,causa fallimento, la Tessera del tifoso) permangono troppe restrizioni burocratiche alla libera espressione del tifo sugli spalti. Vorremmo quindi avanzare le seguenti proposte:
Abolizione delle richieste per l’autorizzazione di ammissione degli strumenti del tifo (megafoni, tamburi, striscioni, bandiere ecc)
Reintroduzione della vendita dei biglietti per il settore ospiti anche alla domenica
Reintroduzione dei treni speciali (esistono in gran parte d’Europa e sono apprezzate anche da chi fa ordine pubblico)