Gli ultrà diventano volontari Caritas
Bocia & Co. a servizio dei poveri.
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Diedero la disponibilità per risarcire, purché l’Atalanta rimettesse la querela per l’assalto a Zingonia. Assolti, faranno servizio lo stesso.
Serviranno il pasto ai poveri alla mensa di via Conventino, taglieranno l’erba del giardino di una casa di accoglienza per donne e minori in difficoltà al Monterosso e accoglieranno i senzatetto al dormitorio del Galgario. Gli ultrà dell’Atalanta, smessi i panni di imputati al maxi processo contro il tifo violento, per tre mesi vestiranno quelli di volontari. È il frutto dell’accordo stretto da una quarantina di tifosi della Curva Nord con l’Atalanta e la Caritas diocesana bergamasca.
I protagonisti sono 40 ultrà che, al processo, dovevano rispondere anche (o solo) del capo d’imputazione relativo all’invasione e del danneggiamento del centro Bortolotti di Zingonia, risalente al 4 maggio 2010. Fra loro anche il capo ultrà Claudio «Bocia» Galimberti. Quel giorno protestavano per le cattive prestazioni della squadra e, secondo le accuse, avevano lanciato uova, pezzi d’asfalto, oggetti vari e fumogeni contro la sede dell’Atalanta (gestione Ruggeri). Il 20 aprile scorso, giorno della sentenza, l’avvocato Federico Riva (che assiste gran parte dei tifosi) aveva comunicato al giudice Maria Luisa Mazzola la decisione dell’Atalanta di rimettere la querela, dopo che i presunti responsabili, presentando scuse scritte alla società, si erano detti pentiti e si erano resi disponibili a riparare il danno con attività socialmente utili. Il gesto si era rivelato ininfluente ai fini processuali, perché alla fine il giudice aveva pronunciato comunque la sentenza di merito, assolvendo tutti gli imputati con formula piena. Gli ultrà, a processo finito, benché assolti, hanno dato la loro disponibilità a collaborare lo stesso con la Caritas, non più sotto forma di riparazione del danno, ma di volontariato.
Il primo: un gruppo 7-8 ultrà si occuperà della manutenzione del giardino di una casa di accoglienza in via Barelli 22 (Monterosso), che ospita mamme con minori in difficoltà. Il secondo progetto è alla mensa della Caritas: il sabato, a pranzo e a cena, a gruppi di due per volta, gli ultrà faranno da camerieri per i poveri. Il terzo riguarda il dormitorio del Galgario: a turni di tre, dal lunedì alla domenica, dalle 20,30 alle 22,30, gli ultrà affiancheranno gli operatori qualificati nell’attività di accoglienza dei senzatetto, servendo thé e generi di conforto.