Il razzismo fa schifo, l’ipocrisia pure
Questo video lo abbiamo pubblicato 6 anni fa, mostra la Sud veronese inneggiare ironicamente a Mario Balotelli. Ieri, a Verona – Brescia è accaduto quanto tutti quelli che frequentano stadi e curve, si aspettavano sarebbe accaduto.
Il pubblico veronese ha beccato ancora ironicamente Mario Balotelli che, da par suo, ha risposto nel peggiore e inutile dei modi, bastava però che fosse però il più eclatante e mediatico. Un gesto che di certo non servirà a placare chi lo prende di mira.
Su Tuttocurve non facciamo sociologia spicciola, non ci interessa, nè siamo migliori di altri, ma ci teniamo a specificare che se la “discriminazione territoriale” è una cazzata sesquipedale che solo chi è ipocrita vuole eliminare e che viene usata a comando per certe tifoserie e totalmente ignorata per altre (in un paese poi che ha fatto piagnistei per mantenere le sigle provinciali sulle targhe, nel paese dei 1000 campanili e dialetti, nel paese dei guelfi e ghibellini, dei meridionalisti borbonici e dei leghisti che si abbeverano al dio Po, delle contrade e dei palii che si insultano da secoli) altrettanto ci fa schifo il razzismo, ovvero discriminare o insultare una persona per il colore della sua pelle.
Da un decennio abbondante la repressione delle curve è elevata a laboratorio del nuovo controllo sociale, del politically correct che ci fa altrettanto ribrezzo, di chi vuole lo stadio teatro, ma poi invoca le bolge di tifo e le libertà di chi va allo stadio non sono le stesse di chi circola per strada nelle nostre città. Cosa è ancora limitabile allo stadio che non sia già stato fatto (e i risultati si vedono)?
Il Bentegodi ha cantato “Mario – Mario” per tutto l’incontro in tono ironico e sbeffeggiante e quando in poche decine (addiritura abbiamo sentito indicare il numero di 15 persone, segno forse che sono state individuate?) lo hanno apostrofato con i beceri “buh uh uh“, ecco la reazione e il caso mediatico.
Un caso che nel 2010 aveva visto Balotelli prendersela anche coi tifosi del Chievo, nello stesso stadio, incredibile ma vero. Sorrentino gli rispose così. Balotelli è irriso e mal sopportato dalla maggior parte delle tifoserie che non gli perdonano il suo essere sopra le righe, sopravvalutato, la quintessenza del bomberismo social e certo, per alcuni anche il fatto di essere di colore, ma questa è la società di merda in cui viviamo e lo stadio non può essere diverso dalle piazze in cui ad esempio certi politici gridano impuniti alla discriminazione, applauditi da folle festanti.
Questo video è di 6 anni fa, stessa curva, stesso trattamento. Tra 6 anni, se Balotelli giocherà ancora, sempre che non sia finito in qualche talk show a fare il giudice, sarà ancora tutto immutato. O qualcuno pensa che il gesto di Balotelli servirà a cambiare le cose?
A noi il razzismo fa schifo, ma ci fa altrettanto schifo la canea montata ad arte di chi non sa o non vuole distinguere le cose, di chi allo stadio ci è andato poco o mai e pontifica.
In questa storia perdono un po’ tutti: Balotelli che è un giocatore finito, che si fa notare solo per vicende extra calcio, il Verona che ha inanellato una sequela di sfondoni e scivolate comunicative che un qualunque junior social media manager avrebbe evitato e il mondo delle curve che non ha bisogno dell’ennesimo giro di vite sull’onda del clamore: in Italia le leggi più draconiane (e poi mai fatte rispettare) nascono sempre così.
Tutti ad invocare il sistema e il modello inglese, ma nessuno sa bene di cosa si tratti, come si metta in atto e quali conseguenze porti.
Chiedere a Torino per dettagli.